L’Istituto Alfred Nobel si è caratterizzato nell’ultimo decennio per una costante attenzione ed un continuo impegno nel sociale, in particolare tale impegno si è rivolto alla lotta contro ogni forma di discriminazione e violenza, al contrasto nei confronti della violenza di genere, al sostegno ed ausilio alle fasce deboli, alla salvaguardia e rispetto dei diritti umani.
Il lungo cammino intrapreso in tal senso ed i risultati faticosamente raggiunti hanno portato l’Istituto Alfred Nobel ad essere riconosciuto da Amnesty International come “scuola amica dei diritti umani” – “HUMAN RIGHTS FRIENDLY SCHOOLS”, nonché come scuola attiva contro ogni forma di omofobia e transfobia. L’isituto Nobel ha anche partecipato all’iniziativa:
Write for rights 2023 ha riguardato il problema dell’emergenza climatica. Specificatamente la situazione della comunità Guda Maluyligal, nella parte più settentrionale dell’Australia, nello Stretto di Torres. I loro antenati hanno vissuto sulle isole per migliaia di anni. Ora, a causa del cambiamento climatico, il loro modo di vivere, i saperi tradizionali, le pratiche culturali e i legami spirituali che sono stati tramandati di generazione in generazione potrebbero essere spezzati per sempre. L’innalzamento del livello del mare sta erodendo le spiagge, devastando i siti sacri e gli antichi cimiteri, cancellando gli orti e mettendo le isole e le loro infrastrutture a rischio. Zio Pabai e Zio Paul – che la loro comunità chiama “Zii” in segno di rispetto – si sono rivolti ai tribunali. Sostengono che il governo australiano non stia adottando misure sufficienti a prevenire i danni derivanti dai cambiamenti climatici, con la conseguente distruzione delle loro terre e della loro cultura. Gli studenti dell’Istituto Nobel hanno inviato lettere e cartoline in sostegno dell’iniziativa.
“Write for Rights 2022″ è un’iniziativa di Amnesty International che si svolge in tutto il mondo. L’obiettivo della campagna è quello di mobilitare le persone a scrivere lettere, inviare email o partecipare ad azioni di solidarietà per sostenere individui o gruppi vittime di violazioni dei diritti umani. La campagna 2022 ha riguardato 6 persone che nel mondo sono incarcerate per aver espresso liberamente il proprio pensiero su temi come i diritti civili, la repressione e la religione.
Nell’ambito della lotta alla violenza di genere si segnala l’inizio di una stretta collaborazione con Salvamamme dal 2013 e la partecipazione all’iniziativa “Valigia di salvataggio”, destinata a fornire un aiuto concreto per allontanare dal proprio domicilio le donne vittime di violenza e stalking.
In tale prospettiva l’Istituto da circa dieci anni offre alle donne che vivono la delicata situazione sopradescritta (soggetti segnalati dalle competenti strutture di riferimento) borse di studio di durata pluriennale che permettono di seguire un percorso di studi a titolo completamente gratuito al fine di completare gli studi superiori o di acquisire un titolo che permetta un reinserimento nel mondo lavorativo. Vai alla pagina
La medesima iniziativa è stata rivolta ai Neet, ossia ai giovani tra i 16 ed i 29 anni che non si trovano in nessun percorso di istruzione, formazione e lavoro offrendo loro borse di studio di durata pluriennale a titolo totalmente gratuito.
Fra le altre collaborazioni spiccano quella con Telethon:
Fra i progetti di maggior spicco realizzati nell’ultimo decennio dall’Istituto Alfred Nobel, quelli che maggiormente testimoniano l’impegno nel sociale sono:
Particolarmente indicata in termini rappresentativi è la scelta di Desdemona, la quale, infatti, prima di essere vittima di femminicidio è la donna che infrange le norme della società patriarcale e mina alle basi con le proprie scelte l’autorità maschile. Si pensi, prima di ogni altra cosa, al fatto che Desdemona abbandona la casa paterna e nega al proprio padre ogni possibilità di interferire sulla scelta dell’uomo che ama, non attende il permesso paterno, la scelta dell’uomo con cui convolare a nozze non è legata ad alcuna concessione paterna. E’ questo, dunque, il peccato mortale di Desdemona, l’aver infranto le antiche tavole dei valori che suggellavano l’autorità maschile, che rendevano la donna subordinata all’uomo; l’aver ridefinito il proprio ruolo di donna in un contesto sociale gretto e chiuso. Ma in cosa pecca Desdemona? Qual è la sua colpa? La sua colpa, come quella di moltissime vittime di femminicidio, è l’amore! Quando Otello entra nella stanza di Desdemona con intenzioni omicide e le intima “pensa ai tuoi peccati”, Desdemona risponde: “Mio peccato è l’amor.” Ed Otello: “Perciò tu muori”. Si l’amore come colpa, spesso come sentimento che acceca e non permette una visione chiara del reale, che porta la vittima a scusare e giustificare il proprio carnefice, un amore che viene addotto sovente come la giustificazione della violenza stessa: “lui fa così perché mi ama”. Non è un caso che la psicologa Robin Norwood intitoli il suo celebre testo, in cui racconta ed analizza la storia di una serie di sue pazienti che instaurano con i propri partner rapporti distruttivi risultando anche disposte a subire maltrattamenti e violenze, Donne che amano troppo.
Ma torniamo ancora agli ultimi disperati momenti di vita di Desdemona che muore innocente e alla sue implorazioni di pietà, “Otello…non uccidermi” – “Ch’io viva ancor… ch’io viva ancor ch’io viva ancor…”, a cui segue la risposta dell’omicida: “Giù! Cadi, giù, cadi prostituta..”. Ed ancora Desdemona che chiede “pietà!” a cui riceve come unica risposta: “Muori!”
L’idea progettuale non può essere descritta se non partendo dal titolo “La metamorfosi di Otello”, tale titolo vuole in primo luogo tracciare una linea di continuità da un punto di vista tanto teoretico quanto pratico con il progetto “Giù le mani da Desdemona” ed, inoltre, sembra centrare in maniera significativa gli obiettivi del riconoscimento della parità tra uomo e donna e della prevenzione e contrasto della violenza di genere. Se, infatti, Desdemona prima di essere vittima di femminicidio è la donna che infrange le norme della società patriarcale e mina alle basi con le proprie scelte l’autorità maschile; Otello è l’uomo incapace riconoscere la parità di genere e che, in virtù di un presunto tradimento, giunge alla forma più grave ed inaccettabile di violenza: l’assassinio della donna “amata”. La metamorfosi di Otello, dunque, oltre ad essere un imperativo categorico di natura squisitamente morale, è il primo obiettivo della proposta progettuale realizzata, una metamorfosi che non può prescindere da una presa di coscienza della parità di genere e non può non fondarsi su un’attenta educazione sentimentale prioritariamente rivolta ai giovani e successivamente alle loro famiglie senza distinzione di genere sessuale.
Per comprendere perché il presente progetto sia importante per la comunità e quali siano i suoi obiettivi generali risulta doveroso, chiarificatore e necessario prendere le mosse dalla denominazione del progetto stesso: “Il riscatto di Efesto”. Il presente progetto si pone nella prospettiva del contrasto alla povertà educativa nell’area tematica della “non – discriminazione” e il rimando alla cultura classica ed alla mitologia greca con riferimento alla figura di Efesto sembra particolarmente calzante: Efesto infatti è l’emblema del diverso, è il dio discriminato!
Efesto, era il Dio storpio del fuoco, Era, sua madre, lo gettò dall’Olimpo nel mare perché non conforme alle sue aspettative ed in particolare per la sua bruttezza poiché si vergognava di lui. L’Olimpo gli fu sempre ostile anche quando divenne adulto, tanto che quando vi si recava, veniva trattato da buffone e ridicolizzato. Rifiutato e scaraventato giù dal famoso monte, non veniva apprezzato nel regno di Zeus, dove quello che contava era il potere e le apparenze. Il più sfortunato e probabilmente il più infelice degli dei: era deforme, viveva uno stato di disabilità, non conosceva con sicurezza le proprie origini e non veniva accettato dalla comunità di appartenenza.
Il mito di Efesto racchiude, possiamo dire, il paradigma della diversità: Efesto è una creatura invalida (soffriva di una debolezza alle gambe o di una deformità ai piedi), allontanata per la sue fattezze che generavano orrore in chi lo guardava, è un reietto della società (quella dell’Olimpo), un essere contro natura, o meglio, troppo lontano dalla “perfezione” degli dei dell’Olimpo. Attraverso la figura di Efesto leggiamo la storia della diversità, di come essa venga percepita, subita, e discriminata.
Nel titolo del progetto, dunque, c’è già tutto ciò che lo contraddistingue anche in relazione alle sue finalità ed obiettivi, il riscatto del diverso, il riscatto del discriminato che coincide con il pieno riconoscimento del valore della diversità stessa e con la piena accettazione ed inclusione del “diverso” nel corpo sociale a cui appartiene.
Investigative journalism on human rights: training and work experiences
Il progetto si rivolge agli studenti del triennio della scuola secondaria di secondo grado e rappresenta per l’Istituto Alfred Nobel una grande opportunità per dare compimento al percorso voluto dal Dirigente Scolastico nel corso dell’ultimo triennio. Tale percorso ha visto un impegno sempre crescente da parte dello scrivente istituto in due settori che hanno viaggiato su linee che hanno in diverse circostanze coinciso con la normale attività curricolare:
a) la tutela e difesa dei diritti umani (l’Istituto Alfred Nobel ha iniziato dall’anno scolastico 2015/16 una collaborazione con Amnesty International divenendo “scuola amica dei diritti umani”);
b) il giornalismo (con una serie di corsi, iniziati a partire dall’anno scolastico 2013/14, particolarmente significativi ed ai quali hanno partecipato in qualità di docenti firme di primo piano del giornalismo italiano).
Il progetto si propone di sposare i due settori sopra citati, organizzando un percorso formativo di carattere teorico e pratico che si snoderà nel corso di quattro mesi e mezzo.
Il senso di inadeguatezza dei docenti, di fronte alla necessità di contrastare e gestire efficacemente atti di bullismo che possono sfociare anche in tragedia (anche in periodi differiti da quello in cui occorrono in genere vessazioni e provocazioni più o meno gravi), rende urgente la necessità di agire in modo efficace per scongiurare i pericoli di danni fisici e psichici irreparabili, risolvere in via definitiva piccole controversie tra i pari, e rafforzare i soggetti più fragili garantendo a tutti la possibilità di esprimersi al meglio, con un sostegno più competente e attivo, e una didattica trasversale dell’inclusione, dei diritti di tutti, rinnovata e più efficace. La necessità di conoscere, controllare e quindi prevenire il fenomeno del bullismo, e cyber-bullismo, in costante crescita, risulta in conclusione necessaria. Agli insegnanti quindi spetta un duplice compito:
Aiutare i ragazzi che si trovano in difficoltà perché oggetto di prevaricazioni online e non, ma anche intervenire nei confronti di chi fa un uso inadeguato della rete e dei cellulari ascoltando eventuali problemi, fornendo consigli;
Sensibilizzare, dare informazioni ai ragazzi, ma anche ai genitori, su quelli che sono i rischi della rete nel subire comportamenti o atteggiamenti che danno fastidio, che umiliano, che fanno del male e al contempo di sensibilizzare anche sul rischio che un ragazzo potrebbe correre nel fare delle cose che lui ritiene essere solo degli scherzi o un modo per mettersi in mostra e farsi vedere coraggiosi, ma che in realtà sono dei veri e propri reati.
Queste sono le motivazioni che stanno alla base del presente progetto: riuscire a far interagire insegnanti, studenti e genitori su questi temi con modalità eterogenee.
L’Istituto è risultato vincitore dell’Avviso pubblico “EDUCARE INSIEME” indetto dal Dipartimento delle politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri appunto con il progetto denominato “Il riscatto di Efesto” che ha ottenuto l’adesione dell’Università degli Studi di Roma la Sapienza , la collaborazione del IV Municipio e l’apprezzamento/patrocinio del Ministero della Giustizia (Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità) che ha espresso esplicitamente apprezzamento per le finalità e gli obiettivi del progetto e l’alta valenza sociale e pedagogica dell’iniziativa.
L’obiettivo generale che il progetto si propone è quello di sviluppare una consapevolezza educativa verso la complessità e la pluralità nello sviluppo dell’identità di genere, consapevolezza che sia strumento di prevenzione e contrasto di ogni forma di discriminazione, sia essa fisica, verbale o sociale.
Il lavoro sul contrasto alla discriminazione risponde oltre che a un dovere formativo della comunità educante scolastica, anche e soprattutto all’esigenza di stimolare gli studenti e le studentesse nel trovare strumenti critici ed ermeneutici validi per elaborare il proprio progetto di vita nel mondo in cui si trovano, ma anche di formulare una nuova “idea di mondo”, in modo che ciascuno e ciascuna si senta libero e libera di aprire nuove strade, per i quali il proprio progetto di vita non sia stretto nella dimensione stereotipata della maschilità e della femminilità, ma diventi un’occasione di esplorazione e di sperimentazione di sé.
La comprensione del tema sul contrasto alle discriminazioni va quindi sviluppata in modo che non rimanga pura astrazione teorica ma sia tale che i partecipanti siano in grado di applicare tali conoscenze nella loro vita quotidiana
L’istituto Alfred Nobel dal maggio 2023 ha, inoltre, stabilito un rapporto di collaborazione/convenzione con il Comune di Roma per attività di tirocinio formativo e rientro nel percorso di studi per i soggetti appartenenti alle fasce deboli ed in situazione di povertà di varia natura, ovviamente il rientro nel percorso scolastico per i soggetti indicati dalla Pubblica Amministrazione sarà a titolo totalmente gratuito (medesime caratteristiche del progetto Neet e del progetto legato a Salvamamme).
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